
Pare che a L'Aquila sia tutto pronto.
Pare che anche a Roma sia tutto pronto.
C'è un piano per minimizzare i disagi e c'è un piano B concepito ad hoc in caso di scosse telluriche ( piuttosto probabili, purtroppo, visto che la terra continua a ballare in Abruzzo).
Silvio è tirato a lucido, rispolverato, fresco di cerone.
Bertolaso ha indossato il suo maglioncino da pronto intervento, di cui si fregia anche il 15 agosto (per far vedere di essere sempre operativo e sul campo).
L'opposizione continua a litigare, aprendo correnti neanche stessimo in cima al K2.
Insomma, Italy goes on....
Il problema adesso è : come dare rilievo a un vertice internazionale a casa nostra se si è così deboli e poco credibili all'estero?
Il G8 è ormai un convivio per pochi,si sa.
La grossa partita, che coinvolge le economie emergenti del BRIC ( Brasile, Russia, India e Cina), si gioca ormai al G20.
20 e non 8.
Basti pensare all'importanza del summit di Londra dell'aprile scorso.
A noi per ora resta la prosopopea del grande evento che non deve essere infangato da polemiche interne ( giammai, per carità, anche se tutto il mondo ne parla...) e l'aspettativa che Obama si inventi un messaggio epocale per far ricordare il G8. Intanto a L'Aquila gli sfollati stanno malissimo e, se si va a parlare tra le tende di ottimismo, c'è il rischio di prendere una padellata in faccia.
Insomma, Mr. Obama, dopo aver subito la trafila di foto con il nostro premier in mianiatura, dia lei un grande messaggio al mondo.
Come ha fatto al Cairo, please, Mr. Obama, please.
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