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"L’Atlante delle mafie" al Salone del Libro di Torino

Enzo Ciconte, Francesco Forgione, Isaia Sales, Nicola Tranfaglia e don Luigi Ciotti presenteranno domani 17 maggio, alle 13, presso lo Spazio incontri del Salone del libro di Torino , il primo volume dell’Atlante delle mafie edito da Rubbettino. Secondo i curatori, si può ritenere mafia la “violenza di relazioni”, cioè una violenza in grado di stabilire contatti, rapporti, e cointeressenze con coloro che detengono il potere ufficiale, sia politico, economico e religioso, che formalmente dovrebbero reprimerla e tenerla a distanza. Perciò viene contestato ampiamente il luogo comune delle mafie come antistato, come antisistema.    Clicca  qui  per chiedere una copa saggio per recensione

Economia: le mafie costano 37 mld al Sud

(FONTE : MF/DJ) Oltre 37 miliardi. È il costo della criminalità organizzata nelle regioni del Mezzogiorno, un vero e proprio cancro che sottrae all'economia meridionale il 15% del pil . Le cinque regioni ad alta densità mafiosa come Campania, Calabria, Sicilia, Puglia e Basilicata sono anche quelle con il minor pil pro capite di tutta Italia: in particolare, nelle prime tre regioni (in cui si concentra i175% del crimine organizzato) il valore aggiunto pro capite del settore privato è meno della metà di quello del Centronord. Il quadro allarmante è stato tracciato da un rapporto della Banca d'Italia sui costi economici della criminalità organizzata consegnato alla commissione parlamentare d'inchiesta sulle mafie. Come si legge nel rapporto «è stata riscontrata una divaricazione che potrebbe raggiungere in media il 15% del pil pro capite» tra le aree del Sud in cui la criminalità organizzata è più presente e le regioni del Nord non gravate da questo onere. E le conseguenze ...

Se la mafia diventa un’invenzione

Articolo del Prof. Vito Teti, pubblicato su “Il Quotidiano della Calabria” del 18 aprile scorso. Che tristezza. Non siamo i «campioni del mondo». In fatto di criminalità, in ambito di delinquenza e di potere criminale-economico siamo soltanto sesti, come ci ricorda il nostro Premier. Verremmo (non ho controllato l’ordine) dopo Cina, Russia, Giappone, Colombia e non ricordo bene la quinta potenza. Che il profitto delle nostre organizzazioni criminali sia di cento miliardi di euro all’anno, inferiore a quelle di grandi, vasti, popolosi paesi del mondo, ma con grave deficit di democrazia, appare quasi come una sorta di gap da colmare. Anche perché al “danno” si aggiunge la “beffa”. Siamo soltanto sesti e di noi, poi, si parla più degli altri. Come se della Juve, sesta o settima (non ricordo) si parlasse più dell’Inter e del Milan. Sostiene il Premier che se l’Italia offre al mondo l’immagine di terra delle mafie è soltanto perché ci sono scrittori, saggisti, cineasti, artisti, giornalisti...