E' estate.
I treni ospitano la variopinta umanità italiana, la accolgono con discrezione, a dispetto dello stridente rumore delle rotaie contro i binari e del caldo umido che nulla riesce a mitigare.
Si ascoltano, tra una carrozza e l' altra, storie differenti: amori irrisolvibili al telefono, speranze lavorative affidate a settembre e indefinibili desideri di riposo, dopo un anno un in cui abbiamo dovuto sopportare la vita.
All' estate si affidano i destini.
Via, tutto alle spalle, anche se il "tutto" e' trascorso da appena due ore.
Il treno sembra quello dei desideri descritto da Paolo Conte.
Ci si illude di voler lasciare i pensieri nella stazione di partenza...E si spera, non si sa perché , ma si spera forte, anche in silenzio.
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