
Anche questa volta lo scherzo gli era quasi riuscito.
Aveva portato tutto su quella panchina: fede, scaramanzia, stress e una mimica ineguagliabile, da attore consumato.
Il Trap ci aveva creduto.
Aveva creduto nel goal di testa di Ledger, alla fine, per dimostrare di essere il più grande ALLENATORE italiano.
Per dimostrare la propria superiorità rispetto a Lippi che, pur avendo vinto un Mondiale, è molto meno "italiano" del Trap.
Molto meno filibustiere, malandrino, teatrale.
Invece un goal in controtempo di Gilardino, di quelli che fanno male il doppio perché sembrano evitabilissimi, condanna il Trap alla sicurezza degli spareggi.
L'Italia va in Sudafrica, c'è moltissimo da fare, ci sono moltissimi da convocare.
Lasciare l'Italia senza Cassano è come togliere il colore a un quadro di Kandinsky: non ha senso.
Speriamo che Lippi lo capisca, una volta conclusosi il dogma delle qualificazioni.
L'apertura mentale del Trap ha sempre fatto da contrappeso al suo modo di giocare, piuttosto chiuso, da stopper che fermò Pelé.
Lippi è meno difensivista, ma più "chiuso" mentalmente.
Servirebbe una via di mezzo, ma forse sta seduta sulla panchina dell'Inghilterra.
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