
Come sanno tutti i miei amici ( e come avra' intuito qualche followers del blog) non sono tifoso del Milan.
La squadra del cuore, si sa, arriva come l'amore, all'improvviso, senza possibilita' di scelta, probabilmente.
Il Milan inoltre e' la societa' sportiva che fa capo a un uomo che monopolizza lo scenario italiano , che tracima fino a essere insopportabile.
Tuttavia questa squadra, attualmente composta da molti stagionati senatori del calcio, riesce sempre a stupire, piu' precisamente riesce a emozionare di martedi' e di mercoledi'.
Due giorni della settimana piuttosto anonimi, che non raggiungono la gioia del week -end e neanche l'austerita' del lunedi' , che ricorda a tutti l'inizio della settimana lavorativa.
Questi due giorni di mezzo ospitano pero' la Coppa dei Campioni, una manifestazione che sembra essere parte integrante del Milan, una sorta di gloriosa promanazione.
Ieri sera i rossoneri affrontavano una squadra non solo molto piu' accreditata, ma anche molto piu' sicura, forte dell'ultimo vessillo da esibire, quel Kaka' depredato ai singhiozzanti tifosi milanisti nel corso dell'ultima estate.
Il Milan e' andato sotto per colpa di una delle usuali papere di Dida, un portiere folle, quasi geniale nella capacita' di compiere miracoli e nefandezze in una disarmante ( e imperturbabile) progressione.
La partita sembrava un lento calvario in cui venivano evidenziati i chili di troppo di Ronaldinho e il ghigno stanco di Seedorf.
Poi Pirlo fulminava Casillas, Pato raddoppiava, arrivava persino il pareggio del Real e ancora il "Papero" per il tripudio finale.
E' stato esattamente cosi', un susseguirsi di emozioni prepotenti che hanno zittito il Bernabeu.
Kaka' incredulo, Dida euforico, nonostante tutto.
Non so quanta strada i rossoneri possano fare in campionato, ma non auguro a nessuno di incontrarli in mezzo alla settimana.
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