
Se ne va un ragazzo simpatico, davvero.
Un ragazzo buono, issato dalla cronaca a simbolo sociale quando guidò, da protagonista, il primo Grande Fratello, quello vero.
Un Grande Fratello pudico, quasi un convento televisivo rispetto al pornoshow delle ultime edizioni.
Pietro "'o guerriero", il filosofo dal fisico alla Hulk, l'anticonformista che strizzava l'occhio a Costanzo e subito dopo lo additava come Mangiafuoco del teatrino mediatico gestito assieme alla moglie.
"'O guerriero" si diceva, ma anche l'uomo forte nel cuore, innamorato di una donna bellissima che, come tale, è sempre stata molto desiderata.
Ma con la tenacia aveva vinto lui, Kasia era insieme a lui a Terni.
Nel 2000, quando ero poco più che un ragazzino, ho assistito al cambiamento di un'Italia che inseguiva Pietro, che voleva il suo stesso fisico.
I palestrati, per circa un anno, vennero chiamati "Taricone".
Era diventato un sostantivo, dal nulla.
Piaceva al pubblico, che da sempre gli era affezionato, anche senza essere un forzato della presenza televisiva.
Come ha detto Saviano, suo compagno di liceo, Pietro è andato via in volo.
Ha sfidato l'estremo, la gravità.
Non avrebbe mai pensato di essere così amato dalla gente.
Era diventato un buon attore, aveva modestia e pazienza.
Perciò stava simpatico, in un mondo di presuntosi.
Ciao guagliò, con affetto.
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