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POLICIES FOR LOCAL DEVELOPMENT: AN EVALUATION OF ITALY’S “PATTI TERRITORIALI”


studio a cura di Antonio Accetturo (Banca d’Italia) e Guido de Blasio (Banca d’Italia)

A partire dal 1997, il programma dei Patti Territoriali è stato uno dei principali
strumenti di intervento pubblico per lo sviluppo locale delle aree sottoutilizzate del paese (Mezzogiorno più alcune aree del Centro Nord eleggibili per i fondi strutturali dell’Unione Europea).
Il Patto Territoriale è un “contratto” firmato dai rappresentanti delle amministrazioni locali di un gruppo di comuni contigui, degli imprenditori e dei sindacati contenente il dettaglio delle iniziative imprenditoriali e degli investimenti pubblici per cui si chiede il finanziamento pubblico.
Il sostegno pubblico per ciascun Patto è fissato a un massimo di 50 milioni di euro. Nel decennio 1996-2006 sono stati attivati 220 Patti, con un onere per l’amministrazione pubblica pari a 5,5 miliardi di euro.
Il lavoro si propone di valutare l’impatto di questo programma sulla crescita dell’attività economica nelle aree che hanno beneficiato dell’intervento nel periodo 1996-2004.
Il lavoro si concentra sui primi 51 Patti Territoriali approvati nel biennio 1997-99, per cui sono disponibili maggiori dati.
Per valutare se l’intervento abbia generato una crescita dell’occupazione e delle imprese superiore a quella che si sarebbe ottenuta in assenza del programma, si confronta l’andamento dell’attività economica nei comuni beneficiari
con quella dei comuni non eleggibili che, per caratteristiche socio-economiche, risultavano simili ai comuni trattati.
Il lavoro mostra come la partecipazione a un Patto Territoriale non abbia generato un aumento dell’attività economica delle aree interessate.
Questo risultato è confermato anche per quel sottogruppo di comuni appartenenti ai Patti Territoriali che hanno mostrato la miglior capacità di utilizzo dei fondi loro stanziati.
Non risultano, inoltre, eterogeneità territoriali nella performance tra i
Patti del Mezzogiorno e quelli del Centro Nord.

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