(AGI) - Juba, 9 lug. - La dichiarazione di indipendenza del Sud Sudan chiude una lunga e tormentata stagione di conflitti con il governo di Khartum, che per anni ha osteggiato le aspirazioni indipendentiste della regione che detiene i tre quarti dei giacimenti petroliferi nazionali. La gestione delle risorse di petrolio resta uno dei principali nodi che il nuovo stato dovra' affrontare, e sul quale si giocano i destini dei due Paesi le cui economie, entrambe fondate sull'oro nero, restano strettamente interdipendenti. Se il sud e' ricco di petrolio, infatti, e' il nord ad avere raffinerie e oleodotti per la sua commercializzazione. A cio' si aggiunge la questione di Abyei, distretto situato a cavallo del confine, i cui giacimenti di greggio e gas naturale sono stati al centro, fino a poche settimane fa, di aspri scontri tra le due parti del Paese, e continuano a essere contesi dai due stati. Una delle soluzioni prospettate prevede che il sud venda al nord il suo petrolio con uno sconto del 10 per cento nei prossimi tre anni, pagando al nord il noleggio degli oleodotti.
- UN SUOLO RICCO DI PETROLIO. Secondo il Bp Statistical Energy Survey del 2008, il Sudan ha riserve petrolifere accertate pari a 6,614 miliardi di barili, che equivalgono allo 0,53 per cento delle riserve mondiali. La produzione media, secondo lo stesso rapporto, e' pari a 457 mila barili di greggio al giorno, pari allo 0,57 per cento della produzione del pianeta. Il Paese e' anche ricco di gas naturale. Le infrastrutture per la distribuzione comprendono collegamenti via fiume, gomma, ferro e un oleodotto, che collega la raffineria di Port Sudan, sul Mar Rosso, alla capitale Khartum.
- ECONOMIA FONDATA SULL'ORO NERO. La vendita dei prodotti petroliferi, che rappresentano il 73 per cento delle esportazioni, contribuisce al 98 per cento dei ricavi del sud e al 90 per cento di quelli del nord. A causa dell'elevato fabbisogno nazionale, il Sudan e' anche importatore di prodotti petroliferi, sia greggi che raffinati. La recente realizzazione di una nuova raffineria (la terza nel Paese) ha migliorato tuttavia l'autosufficienza del Paese, mettendolo in grado allo stesso tempo di aumentare le esportazioni di prodotti raffinati.
- INTERSCAMBIO CON L'ITALIA AL TOP NEL 2008. L'interscambio commerciale tra Italia e Sudan ha fatto registrare nel triennio 2007-2009 un saldo positivo per l'Italia. Il risultato migliore e' quello del 2008, con un saldo di oltre 236 milioni di euro, sceso nel 2009 a 155 milioni di euro, principalmente a causa della contrazione delle esportazioni. Il Pil del Sudan, cresciuto nel 2009 del 4,2 per cento, ha fatto registrare nel 2010 un aumento del 5,2 per cento.
- UN SUOLO RICCO DI PETROLIO. Secondo il Bp Statistical Energy Survey del 2008, il Sudan ha riserve petrolifere accertate pari a 6,614 miliardi di barili, che equivalgono allo 0,53 per cento delle riserve mondiali. La produzione media, secondo lo stesso rapporto, e' pari a 457 mila barili di greggio al giorno, pari allo 0,57 per cento della produzione del pianeta. Il Paese e' anche ricco di gas naturale. Le infrastrutture per la distribuzione comprendono collegamenti via fiume, gomma, ferro e un oleodotto, che collega la raffineria di Port Sudan, sul Mar Rosso, alla capitale Khartum.
- ECONOMIA FONDATA SULL'ORO NERO. La vendita dei prodotti petroliferi, che rappresentano il 73 per cento delle esportazioni, contribuisce al 98 per cento dei ricavi del sud e al 90 per cento di quelli del nord. A causa dell'elevato fabbisogno nazionale, il Sudan e' anche importatore di prodotti petroliferi, sia greggi che raffinati. La recente realizzazione di una nuova raffineria (la terza nel Paese) ha migliorato tuttavia l'autosufficienza del Paese, mettendolo in grado allo stesso tempo di aumentare le esportazioni di prodotti raffinati.
- INTERSCAMBIO CON L'ITALIA AL TOP NEL 2008. L'interscambio commerciale tra Italia e Sudan ha fatto registrare nel triennio 2007-2009 un saldo positivo per l'Italia. Il risultato migliore e' quello del 2008, con un saldo di oltre 236 milioni di euro, sceso nel 2009 a 155 milioni di euro, principalmente a causa della contrazione delle esportazioni. Il Pil del Sudan, cresciuto nel 2009 del 4,2 per cento, ha fatto registrare nel 2010 un aumento del 5,2 per cento.
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