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A Giuseppe, Elisabetta, Domenico e Claudio

E' un mestiere terribile quello dell'inviato di guerra. Sei bravo, ti metti a disposizione e il giornale ti scaraventa in Libia perché è lì che il vero tiranno del mondo, la notizia, al momento opera.
La Libia è una polveriera, scappano quasi tutti e tu arrivi.
Non hai paura, hai sete di notizie, vuoi fonti attendibili, cerchi di raccontare al meglio le vicende, per come sono, per come vuoi che siano percepite dai tuoi lettori.
La gratificazione massima è un bel pezzo in prima pagina, con il tuo nome in neretto.
Un pezzo in cui racconti la Libia, oggi.
Poi arrivano degli sciacalli, non sai se siano delinquenti comuni, lealisti o ribelli.
Ti rapiscono e ti portano chissà dove.
Magari fino al giorno prima stavi in Libano o in Tunisia, guardavi la tazza di caffé amaro che ti avevano propinato e pensavi: "Domani mi tocca la Libia".
La Libia ti tocca e non la dimenticherai mai.
A Giuseppe, Elisabetta, Domenico e Claudio chiedo solo di resistere, di tenere duro.
Ce la faranno e ci racconteranno com'è andata.
Lo racconteranno anche ai figli e ai nipoti.
Raccontare è il loro mestiere, a volte  terribile.

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(Si ringrazia il blogger Francesco Dotti per aver cortesemente concesso l'utilizzo di questa splendida vignetta, da lui ideata e disegnata. Cliccate qui per visitare il suo blog). Jörg Bremer Artikel entnommen Frankfurter Allgemeine Zeitung Die „Cursky“ hätte der erste Beweis sein sollen, nun geht es um die „Rigel“. Sie soll voll beladen mit Giftmüll in den Tiefen des Tyrrhenischen Meers vor der süditalienischen Region Kalabrien liegen, versenkt von der Mafia. Die soll das mit etwa in den achtziger und neunziger Jahren mit mehr als 30 Schiffen gemacht und dabei gleich mehrfach verdient haben: Sie kassierte für den Transport und die angebliche Entsorgung des Giftmülls und dann die Versicherungssumme für das untergegangene Schiff. Die „Cursky“ wurde nicht gefunden, obwohl ein Kronzeuge aus der Mafia die Koordinaten angegeben hat, an denen er das Schiff 1992 selbst versenkt haben will. An der angegebenen Stelle in etwa 490 Meter Tiefe auf dem Grund vor der Bucht von Cetrar