
A Bari si parla dell'Ape Regina, mentre una regina del calcio italiano cade sotto l'assedio di una squadraccia turca, inserita in Champions all'ultimo minuto.
E' un paese di merda, si sa, lo dice anche il Premier. Sì, quello che ha consigliato a Lavitola di rimanere all'estero.
Basta un poco di zucchero e Lavitola va giù? Direi di no, ciò che sentiamo e leggiamo ogni giorno è sempre più indigeribile e, invece di Mary Poppins, dalle inchieste emergono sempre più Mary Pompins.
Meritiamo questo? Forse sì, perché B. è stato eletto per tre volte. I ciitadini gli hanno dato fiducia.
Ma chi saranno poi questi cittadini in un paese in cui il senso civico si è dileguato?
Qualcuno, leggendo questo post, storcerà il naso, credendo che "paese", riferito all'Italia, debba scriversi in maiuscolo.
Riporto in basso la defizione presente sul vocabolario Treccani.
Sorny
paéṡe s. m. [lat. *pagensis agg., der. di pagus «villaggio»]. –
1.
a. Regione, largo tratto di territorio, per lo più coltivato e abitato, individuato in base a particolari caratteri fisici, meteorologici, economici, antropici: p. freddi, temperati, caldi; p. equatoriali, tropicali; i p. asiatici, danubiani; i p. del Nord, dell’Europa Centrale; i Paesi Bassi, l’Olanda (v. anche basso1, n. 1b); un p. fertile, popoloso, disabitato; un p. povero, ricco; il bel p., l’Italia (v. anche bel paese); quasi tutto il mondo ho cercato, e fatta esperienza di quasi tutti i p. (Leopardi). In locuz. particolari (alcune delle quali possono riferirsi anche al sign. 2): scoprir paese, tastare il terreno, cercare di conoscere le intenzioni altrui: per venire in chiaro delle sue congetture, e scoprir paese (Manzoni); mandare a quel p., levarsi di torno con modi bruschi una persona molesta; p. che vai usanza che trovi (prov.), ogni luogo ha i suoi usi e modi particolari, ai quali conviene adattarsi; tutto il mondo è p., dappertutto c’è il bene e c’è il male.
b. Estensione di territorio compreso in determinati confini, sottomesso a una medesima legge e ordinato in un organismo politico completo (sinon., in molti casi, di nazione, stato, includendo quindi nel territorio anche le popolazioni che vi abitano): i p. europei; i p. asiatici; i p. dell’Est (o orientali); i p.dell’Ovest (o occidentali); i p. del Sud (o meridionali); paesi in via di sviluppo; p. emergenti; talora con preciso riferimento al territorio di uno stato: le ricchezze, le risorse del p.; minacciare, invadere il p.avversario; lasciare, sgomberare il p.; liberare il proprio p. dagli invasori; in altri casi con riferimento più diretto alle persone che vi abitano, al complesso dei cittadini che costituiscono la comunità nazionale: un p. democratico; un p. a regime dittatoriale; il p. non vuole la guerra; lanciare, rivolgere un appello al p.; consultare il p., indicendo le elezioni politiche o un referendum; Povera gente! lontana da’ suoi, In un p. qui che le vuol male (Giusti); spesso anche come sinon. di patria, ma con sign. più concreto e tono in genere più affettivo e meno solenne (con questo sign., è spesso preferita, anche per evitare ambiguità, l’iniziale maiusc.): amare, servire il proprio p.; morire, sacrificarsi per il p. (o per la salvezza, per la libertà del paese). Paese legale, nella Francia della Restaurazione, il corpo ristretto degli elettori su base censitaria, in contrapp. a paese reale, che indicava la più ampia coscienza e volontà politica popolare che sarebbe risultata con il suffragio universale; successivamente, nel linguaggio della pubblicistica politica, le due espressioni sono state riprese, e sono tuttora in uso, per indicare, rispettivam., il potere politico con le sue istituzioni da un lato, e il popolo con i suoi problemi e le sue esigenze dall’altro, volendo così sottolineare polemicamente l’opposizione o la frattura esistente fra la realtà dei cittadini e quella della politica ufficiale dei loro rappresentanti: oltre i termini troppo angusti e circoscritti e non poco incerti del p. legale esiste ... il p. reale che non vuole dimenticati gl’interessi suoi per gli interessi dei partiti e delle persone (Carducci).
2. Centro abitato di limitate proporzioni: un p. di pianura, di montagna; le strade, la piazza del p.; il sindaco del p.; un p. di contadini, di pescatori; la festa, la sagra del p.; usi, costumi di p.; vita,abitudini di p.; un p. povero, ricco; un p. disabitato, abbandonato. Con riferimento alle persone che l’abitano: il parroco era benvoluto da tutto il p.; alla fiera c’era il p. al completo.
3. non com. Paesaggio dipinto: pittore di paesi, paesista, paesaggista. ◆ Dim. paeṡino, paeṡétto,paeṡettino, paeṡèllo (anche nella locuz. scherz. tornare al paesello, tornare a casa); spreg.paeṡùccio, paeṡùcolo; accr. pae-ṡòtto, paeṡóne; pegg. paeṡàccio. Tutti gli alterati (tranne il pegg. paesaccio, che ha uso più generico) si riferiscono al sign. 2.
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