Sono rimasto impressionato. E' "l'immagine" delle voci sopravvissute ai cadaveri, l'anima va via, ma rimane qualcuno per gridare, per piangere. Qualcuno che non ci sta, che non accetta di veder morire "La" persona della sua vita per debiti, o meglio, per un termine che sta giustificando tutto: crisi. Il termine, di tutto. La vita vola via, saltata in aria per soldi, il cancro dell'anima. E' il peso della crisi. E muoiono a decine. Muoiono, anzi, per essere precisi, si suicidano. Rinunciano a moglie, figli, amici, sorrisi, gioie e dolori. Sentono di non farcela e si lasciano andare. Un tuffo tra le braccia della morte, che sembra dare più sicurezza della vita. Oggi davanti all'Ospedale Maggiore di Bologna si sono riunite le vedove degli imprenditori "suicidati" dalla crisi. Un segnale di presenza, un picchetto per manifestare allo Stato l'evidenza di un dramma. Immagini forti: bandiere bianche e volti composti e digni...