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Grazie al ca...ldo!

Pomeriggio di inizio luglio, il rumore del condizionatore spezza la ripetitività di una scopa strascicata in un cortile.
Fa caldo, è quel che dicono tutti pur di parlare di qualcosa.
Strano, si tende ad affermare continuamente l'evidenza, anche percettiva.
E' chiaro, fa caldo, non è una novità a luglio.
Però fa caldo.
"Che caldo che fa!" o addirittura "Si muore dal caldo!".
La freddezza delle relazioni interpersonali viene così mitigata dal comodo caldo, spendibile proprio quando il gelo si manifesta, glaciale, nei rapporti.
Quindi fa caldo, facciamo finta che non sia luglio.
Fa caldo a dicembre allora. No, a dicembre fa freddo.
Si dirà "Che freddo!" o addirittura "Si muore di freddo!".
Il luogo comune delle mezze stagioni è dietro l'angolo, ma mai nome mi è sembrato più adatto di "condizionatore" per indicare un oggetto che dovrebbe rinfrescare e far passare questa sensazione di caldo.
Condizionatore di mode e costumi, condizionatore di una società così condizionata da utilizzare il caldo per scongerlarsi.
Quanti condizionamenti!
E intanto il tempo, in senso fisico, passa e se ne va.
Rimaniamo noi, a sentire caldo, freddo, con stati d'animo tiepidi a far veglia sulla banalità.

Sorny1

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