I ben informati dell'ultimo minuto hanno iniziato, senza troppi indugi, a infangare l'immagine del nuovo Papa.
Sono già usciti fuori articoletti ben confezionati che descrivono il nuovo Pontefice come una sorta di fiancheggiatore della dittatura Argentina degli anni '70.
Il solito sfascismo imperante nel nostro piccolo paese.
Si distrugge preventivamente la parte per evitare che possa avere presa sul tutto.
La frammentazione, la "balcanizzazione" delle idee, della spiritualità.
Di "balcanizzazione" aveva parlato efficacemente, in ambito politico, Romano sul Corriere.
"Come nei Balcani, durante il decennio degli anni Novanta, si è perduto, a quanto sembra, il sentimento di un destino comune." (S. Romano, "Corriere della Sera" del 13.03.2013)
Adesso anche ( non "persino" perché non c'è riverenza) per il Papa la tattica è la stessa adottata per la politica o per la cultura.
Si distrugge a priori, si riduce tutto a briciole perché i nani possano sembrare giganti.
Questo nuovo Papa sarà giudicato dalle scelte che avrà o non avrà il coraggio di compiere.
I fatti che gli vengono addebitati saranno inquadrati al meglio nei prossimi mesi.
In questo mondo condizionato dal web, non mancherà l'occasione di fare le pulci a ogni frequentazione di José Mario Bergoglio, adesso Francesco I.
Vediamo però prima cosa combina, cerchiamo di conoscere davvero la personalità che la Chiesa ha inteso schierare per fronteggiare l'esplosione di male, di livore, di scorrettezza, di ingiustizia che sta inondando la terra.
E' quantomeno stupido etichettare a priori, vale per un film, per l'operato di un Papa, per la vita.
Sfasciare è la cosa più semplice del mondo, è sempre stato così.
Difficile è costruire, ancor più difficile è ricostruire sulle macerie della pedofilia, del bigottismo, dei soldi "santi".
Non mi voglio fermare alle impressioni di una sera di marzo, alle suggestioni di un balcone aperto, alle parole umili di un uomo diventato Papa.
Non mi voglio fermare alle manifestazioni di umiltà, di morigeratezza, di dolcezza.
Voglio capire anche io, non essendo esattamente un baciapile.
Nutro molti dubbi su tutto, come quasi tutti.
Vediamo se quest'uomo si distingue dalla massa e riesce a motivare nuovamente la nostra vita, a insegnare la fede.
Crediamoci, è proprio il caso di dirlo.
Sono già usciti fuori articoletti ben confezionati che descrivono il nuovo Pontefice come una sorta di fiancheggiatore della dittatura Argentina degli anni '70.
Il solito sfascismo imperante nel nostro piccolo paese.
Si distrugge preventivamente la parte per evitare che possa avere presa sul tutto.
La frammentazione, la "balcanizzazione" delle idee, della spiritualità.
Di "balcanizzazione" aveva parlato efficacemente, in ambito politico, Romano sul Corriere.
"Come nei Balcani, durante il decennio degli anni Novanta, si è perduto, a quanto sembra, il sentimento di un destino comune." (S. Romano, "Corriere della Sera" del 13.03.2013)
Adesso anche ( non "persino" perché non c'è riverenza) per il Papa la tattica è la stessa adottata per la politica o per la cultura.
Si distrugge a priori, si riduce tutto a briciole perché i nani possano sembrare giganti.
Questo nuovo Papa sarà giudicato dalle scelte che avrà o non avrà il coraggio di compiere.
I fatti che gli vengono addebitati saranno inquadrati al meglio nei prossimi mesi.
In questo mondo condizionato dal web, non mancherà l'occasione di fare le pulci a ogni frequentazione di José Mario Bergoglio, adesso Francesco I.
Vediamo però prima cosa combina, cerchiamo di conoscere davvero la personalità che la Chiesa ha inteso schierare per fronteggiare l'esplosione di male, di livore, di scorrettezza, di ingiustizia che sta inondando la terra.
E' quantomeno stupido etichettare a priori, vale per un film, per l'operato di un Papa, per la vita.
Sfasciare è la cosa più semplice del mondo, è sempre stato così.
Difficile è costruire, ancor più difficile è ricostruire sulle macerie della pedofilia, del bigottismo, dei soldi "santi".
Non mi voglio fermare alle impressioni di una sera di marzo, alle suggestioni di un balcone aperto, alle parole umili di un uomo diventato Papa.
Non mi voglio fermare alle manifestazioni di umiltà, di morigeratezza, di dolcezza.
Voglio capire anche io, non essendo esattamente un baciapile.
Nutro molti dubbi su tutto, come quasi tutti.
Vediamo se quest'uomo si distingue dalla massa e riesce a motivare nuovamente la nostra vita, a insegnare la fede.
Crediamoci, è proprio il caso di dirlo.
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