In fondo piove e basta.
Piove, niente di più.
Neanche provandoci fino allo sfinimento, si può esaltare la pioggia a tema principe di una sagace discussione.
Invece la pochezza di contenuti che devasta le nostre giornate, impossessandosi regolarmente dei social network, erge "la pioggia a Roma" a tema del giorno, del mese e, continuando così, dell'anno.
"Ma come piove bene sugli impermeabili", osservava quella leggenda vivente di Paolo Conte.
"E non sull'anima", continuava e continua a cantare Conte.
L'ho visto, ascoltato, anzi, è proprio il caso di dirlo, sentito due mesi fa a "Le Grand Rex" di Parigi.
Un tripudio, con i francesi che invece di "incazzarsi" (cit.), si esaltavano a sentire quella voce capace di graffiare i sentimenti, di raschiare l'anima, fino a far uscire qualcosa, anche una lacrima.
E ricomincerà, come in un rendez-vous... a piover su questa città, allagata dalla banalità.
Roma ti amo (come amano dire i fedeli del fake di Marchini...)
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