
La squadra dell'amore.
L'idea di amore sputtanata.
Tutti dicono "I love you", ma non alla maniera del vecchio Woody, no, tutti lo dicono perché va di moda,l'amore.
In due sinora avevano provato a monopolizzare il concetto di amore, a farne un brand: Cicciolina e Berlusconi.
Emuli del più noto tra i cavalieri italioti, i giocatori del Milan proclamano la loro squadra "Il team dell'amore".
Tutto va bene, in stile Mulino Bianco.
Ronaldinho vuole bene a tutti, balla, canta, segna.
Borriello fa un goal alla Van Basten, e persino Antonini e Abate sembrano Maldini e Tassotti.
Nella regione limitrofa, più esattamente a Torino, c'è chi invece sta suscitando l'odio profondo di tutti quanti, tifosi e non.
Un uomo che non riesce a dimettersi neanche se la Juve prende 10 goal dal Lumezzane e una dirigenza che in blocco ricorda i "Tre tre", celebre trio comico che imperversava sulle TV del Biscione negli anni '80.
La Juve non ha alcun tipo di gioco, lo schema meglio riuscito è la casualità assoluta, nulla si salva.
La Roma rispolvera Toni, prematuramente infilato nello scantinato da van Gaal, il despota che guida il Bayern Monaco.
Il buon Ranieri, mai così rimpianto a Torino, mette in piedi una squadra che gioca anche senza Totti e De Rossi (miracolo a Roma!) e che innesta l'ottimo terminale offensivo di Pavullo.
Se ci crede fino in fondo, Luca può tornare in Nazionale.
L'Inter infine: ha 3/4 di scudetto in tasca, può essere turbata solo dal Milan. Non perde mai in Italia. E' diventata quello che era la Juve sino a 5 anni fa. Si è rinforzata con il grande acquisto di Pandev. Argomentarne ulteriormente risulterebbe superfluo.
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