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L'importanza di chiamarsi Antonio


Come tutti voi, non ho scelto io il mio nome.
Nel solco di una tradizione familiare portata avanti da secoli, nella mia famiglia dopo ogni Giuseppe c'è un Antonio: è un avvicendarsi cadenzato da diversi decenni, ma anche un segno distintivo che ti fa sentire davvero un Soriero, nell'anima.
Lo sapeva bene mio nonno, scomparso da poco, che teneva tantissimo al suo nome e a me che dovrò portarlo avanti per un bel pò di tempo.
Oggi il mio pensiero va quindi a mio nonno, ovviamente.
Per lui l'onomastico era forse più del compleanno, perché poteva condividerlo con me.
Una sorta di sharing ( parola che adesso va moltissimo sui social network) dei sentimenti.
Questo 13 giugno 2010 peraltro è domenica, per cui avremmo sicuramente pranzato insieme e chiacchierato di quel mio bisnonno che guidò una rivolta a Satriano.
Sempre un Antonio, sempre con lo stesso senso della giustizia.
Mi rendo conto di avere un nome importante, ma sono in buona compagnia del resto.
E' un nome che ha vestito la maschera di Totò e definito l'immagine di Gramsci , con gli occhiali e lo sguardo sempre riflessivo.
Antonio è anche un folle come Cassano, lo è stato un genio come Canova.
Lo è un seduttore come Banderas.
E tutti a festeggiare oggi, anche se in periodi storici diversi.
Tutti in onore di un francescano portoghese di nome Fernando che,per i suoi miracoli,per il suo rigore e la sua dolcezza nei confronti dei bambini ( con i quali viene sempre raffigurato nell'iconografia ecclesiastica) adesso tutti chiamiamo Sant'Antonio da Padova.

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