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E poi c'è Messi

La primavera romana ha una forte nostalgia dell'inverno e stasera mi ha regalato un pò di pioggia, vento e spazi vuoti, in cui incastrare i pensieri di aprile.
Però stasera, a differenza di ieri e a differenza di molte altre sere, ho avuto la fortuna di assistere a un fenomeno paranormale, un gesto sublime, unico, forse iirripetibile.
Leo Messi è riuscito a farmi stupire, ma stupire sul serio, a bocca aperta.
In un mondo come questo, con quello che questo mondo ci regala, non è più facile stupirsi davvero.
E' facile far finta di stupirsi, gridare ipocritamente alla sorpresa.
Invece mi sono ritrovato  davanti alla TV come un bambino incredulo la prima volta che vede il mare.
Ho ammirato un ometto di 1,69 partire come una saetta, puntare diritto verso la porta, fortissimo, senza pensare , puntare diritto e basta.
Arrivare davanti all'area madridista e saltarne 1,2,3,4 e 5.
Bucare Casillas in caduta, fermando il mondo per 10 secondi.
Appena è partito mi ha dato l'impressione di potercela fare.
E' incredibile, ma non riuscivo a immaginare, in quegli istanti, che qualcuno potesse fermarlo.
Sembrava, e probabilmente era, inarrestabile.
Inevitabile a quel punto dare spazio a un ricordo dell'infanzia: Holly che dribblava tutti quando lo facevano incazzare. Quelli della "Muppets", la squadra dell'odiato Lenders, avrebbero anche potuto sparargli, ma Holly era inarrestabile, esattamente come Leo.
Eppure Holly era un cartone, Leo è realtà.
Ho esultato insieme a Pique, Puyol, Dani Alves e tutti i compagni che lo hanno stretto come si stringe il bene più prezioso in un mondo cosi maledettamente reale: un sogno.
Se dovessi spiegare oggi il calcio a un bambino, gli direi: " Ci sono tante  persone che corrono intorno a un pallone e poi c'è Messi"

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