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L'Italia s'è desta


Ci sono giornate come questa, davvero stupende.
Giornate che prendono a schiaffi la monotonia, destano l'anima e ti rendono parte di un sentire comune.
Un afflato, un vento diverso.
La puzza della volgarità e del qualunquismo dettato dalle televisioni cede il passo alle coscienze, alla reazione civile.
Lo ammetto, in questi anni ho vissuto più volte momenti di scoramento, se non proprio di sconforto, per l'omologazione verso il berlusconismo, per l'annullamento delle individualità in nome dell'immagine accettata, "giusta" per convenzione.
A Milano vince Pisapia, descritto come "El Chapo" Guzman da Letizia Moratti e  da berluscones a secco di argomenti e di motivazioni, nauseati e sfiniti dai monologhi alla Ceausescu di un leader che sventola lo spettro del comunismo e contemporaneamente sfoga in tv tutti i propri istinti autoritari.
A Napoli trionfa De Magistris contro un modo di intendere la napoletanità in maniera deteriore, contro la cultura della furbizia e della connivenza che minacciava di prendere la città. I napoletani non hanno permesso ai soliti noti di allungare "le mani sulla città", per citare un grandissimo napoletano, il regista Francesco Rosi.
Sono felice.
Ieri pensavo che qualcosa stesse cambiando in Italia.
Oggi mi accorgo che è ben più di qualcosa.

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Die Giftschiffe der kalabrischen Mafia

(Si ringrazia il blogger Francesco Dotti per aver cortesemente concesso l'utilizzo di questa splendida vignetta, da lui ideata e disegnata. Cliccate qui per visitare il suo blog). Jörg Bremer Artikel entnommen Frankfurter Allgemeine Zeitung Die „Cursky“ hätte der erste Beweis sein sollen, nun geht es um die „Rigel“. Sie soll voll beladen mit Giftmüll in den Tiefen des Tyrrhenischen Meers vor der süditalienischen Region Kalabrien liegen, versenkt von der Mafia. Die soll das mit etwa in den achtziger und neunziger Jahren mit mehr als 30 Schiffen gemacht und dabei gleich mehrfach verdient haben: Sie kassierte für den Transport und die angebliche Entsorgung des Giftmülls und dann die Versicherungssumme für das untergegangene Schiff. Die „Cursky“ wurde nicht gefunden, obwohl ein Kronzeuge aus der Mafia die Koordinaten angegeben hat, an denen er das Schiff 1992 selbst versenkt haben will. An der angegebenen Stelle in etwa 490 Meter Tiefe auf dem Grund vor der Bucht von Cetrar