Come vorrei che la Chiesa portasse avanti sempre iniziative di questo tipo.
Aiuterebbero tutti a credere un po' di più, a credersela un po' di meno e a crederci (nella vita, nella solidarietà).
Sorny 1
Aiuterebbero tutti a credere un po' di più, a credersela un po' di meno e a crederci (nella vita, nella solidarietà).
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E' stata inaugurata questa mattina a Roma la nuova sede del progetto 'Ferite Invisibili', l'ambulatorio medico della Caritas diocesana per la cura di immigrati e rifugiati vittime di violenza intenzionale e di tortura. La nuova sede dell'ambulatorio, in Via di Grotta Pinta 19, e' stata realizzata in collaborazione con il Municipio I di Roma Capitale, la Asl Roma A e l'Istituto Tata Giovanni. Qui continuera' l'opera di medici psichiatri, psicologi, mediatori culturali e volontari che, dal 2005, hanno avviato una progettazione di interventi mirati alla riabilitazione psicologica e fisica di chi ha subito violenza, tortura ed in genere traumi legati alla mancanza di accoglienza ed all'ingiustizia sociale. Un'attivita' clinica affiancata da iniziative di formazione, ricerca e screening della popolazione a rischio. Nei sette anni di attivita', il progetto ha preso in carico 183 pazienti effettuando 2.259 colloqui psicoterapeutici con una media di 12,3 visite/paziente, a sottolineare la complessita' e la delicatezza dell'approccio terapeutico. Nei primi 3 mesi del 2012, spiega la Caritas, sono stati seguiti 49 pazienti, di cui 18 nuovi, e sono state effettuate 203 sedute terapeutiche. Fino al 2010 i pazienti provenivano soprattutto dall'Afghanistan, seguiti dalla Guinea, Nigeria ed Eritrea. Nel 2011 sono stati prevalenti gli arrivi da Costa D'Avorio, Afghanistan e Camerun. Dal febbraio 2012, l'Ufficio delle Nazioni Unite dell'Alto Commissario per i Diritti Umani ha riconosciuto il servizio all'interno della rete sovranazionale di sostegno e cura alle vittime di tortura. (ASCA)
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