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Bahrain, ma non posso

Sono ''inadeguate'' le conclusioni della commissione d'inchiesta internazionale sulle violenze commesse in Bahrain, dove invece continuano le violazioni dei diritti umani.
E' la denuncia di Amnesty International nel suo rapporto intitolato 'Bahrain: riforme mancate e assenza di giustizia per i manifestanti', dove l'organizzazione ha messo in evidenza come le riforme non abbiano dato giustizia alle vittime delle violazioni dei diritti umani, nonostante il governo avesse insistito nel dire che la lezione del febbraio e del marzo 2011 sarebbe stata appresa. ''Mentre gli occhi del mondo sono puntati sul Bahrain che si prepara a ospitare il Gran premio di Formula 1, e' bene che nessuno s'illuda che la crisi dei diritti umani e' passata'', ha dichiarato Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. ''Le autorita' stanno cercando di mostrare un paese avviato sul cammino delle riforme, ma continuiamo a ricevere notizie di torture e di uso eccessivo e non necessario della forza contro i manifestanti. Le riforme hanno solo scalfito la superficie'', ha aggiunto Sahraoui. ''Le notevoli risorse finanziarie investite nelle consulenze di esperti internazionali sulle riforme andranno perse se il governo non mostrera' una reale volonta' politica di prendere decisioni difficili come, in particolare, chiamare a rispondere del loro operato gli alti dirigenti delle forze di sicurezza accusati di violazioni dei diritti umani, liberare i prigionieri di coscienza e affrontare la discriminazione subita dalla maggioranza sciita della popolazione'', ha proseguito Sahraoui. Dopo la pubblicazione, lo scorso novembre, del rapporto della Commissione indipendente d'inchiesta del Bahrein (Bici), nota come 'Commissione Bassiouni', Amnesty International ha concluso che, nonostante alcune riforme istituzionali e di altro genere, la risposta complessiva del governo e' stata inadeguata. (Adnkronos)  

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Die Giftschiffe der kalabrischen Mafia

(Si ringrazia il blogger Francesco Dotti per aver cortesemente concesso l'utilizzo di questa splendida vignetta, da lui ideata e disegnata. Cliccate qui per visitare il suo blog). Jörg Bremer Artikel entnommen Frankfurter Allgemeine Zeitung Die „Cursky“ hätte der erste Beweis sein sollen, nun geht es um die „Rigel“. Sie soll voll beladen mit Giftmüll in den Tiefen des Tyrrhenischen Meers vor der süditalienischen Region Kalabrien liegen, versenkt von der Mafia. Die soll das mit etwa in den achtziger und neunziger Jahren mit mehr als 30 Schiffen gemacht und dabei gleich mehrfach verdient haben: Sie kassierte für den Transport und die angebliche Entsorgung des Giftmülls und dann die Versicherungssumme für das untergegangene Schiff. Die „Cursky“ wurde nicht gefunden, obwohl ein Kronzeuge aus der Mafia die Koordinaten angegeben hat, an denen er das Schiff 1992 selbst versenkt haben will. An der angegebenen Stelle in etwa 490 Meter Tiefe auf dem Grund vor der Bucht von Cetrar