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Mama was queen of the mambo, Papa was king of the Congo.

Certe volte mi lamento, come tanti stupidi "occidentali" (definizione più che mai convenzionale).
Mi lamento, dicevo, mi sento insoddisfatto, recrimino, rivendico, urlo, mi deprimo....
Poi rido, esulto, mi eccito, sempre come un fottutissimo occidentale, su un'altalena di emozioni che mi posso permettere, con il mio bel culo al caldo in una città sicura.
Di cui lamentarsi fino alla nausea, perché è così, perché si fa, perché si dice, ma sicura.
Sicura per me e,se un giorno arriveranno, per i miei figli.
Nella stessa sfera che mi ospita da trent'anni ci sono posti in cui non si ha neanche il tempo per piangere, perché si rischia di morire.Sempre.
Dal Congo arrivano le "solite" notizie terribili, ignorate dalla nostra cronaca quotidiana, intenta a ridicolizzare il Trota.
Intanto muoiono migliaia di persone ogni anno.
Ma ci lamentiamo noi, eh! Mi raccomando, dobbiamo essere i monopolisti della lamentela, anche dal punto di vista dell'informazione!
E' la teoria della vicinanza della notizia: "Ma sì dai, il Congo...Dove sta? E che fanno? Beh, quei posti sono così....." E via  a scrollarsi di dosso ogni responsabilità umana, cosparsi di ipocrisia e indifferenza, radicali nell'egoismo. Ci siamo solo noi e le nostre lamentele.
Leggete quello che succede in Congo, io qui lo pubblico.
Non è il NYT, non è il Corriere e neanche la Gazzetta di Locorotondo.
E' il blog di uno che, ogni tanto, si rompe i coglioni e non solo per ciò che accade a lui, alla sua città, alla sua casa.
Sorny1

Il conflitto armato nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo (RDC) si sta intensificando, in questo momento ci sono importanti movimenti di truppe.
La popolazione è la prima vittima, ma anche le organizzazioni umanitarie sono diventate un obiettivo. "In Kivu la situazione non si stabilizza, anzi peggiora da alcuni mesi a questa parte", dichiara Marcela Allheimen, responsabile dei progetti di Medici Senza Frontiere (Msf). Alcune recenti defezioni all`interno dell`esercito nazionale hanno aumentato l`insicurezza e gli scontri militari e hanno provocato una ricomposizione delle differenti forze presenti. "Notiamo una ripresa della violenza. Ma ancora più grave è che colpisca anche i civili e gli operatori umanitari", aggiunge Marcela Allheimen.
Alimenti, denaro, telefoni cellulari vengono sottratti sempre più spesso per alimentare la logistica militare. Dallo scorso novembre, le équipe di Msf sono state vittime di una quindicina di atti di violenza ai quali si è aggiunto, la settimana scorsa, il saccheggio di una casa di Msf a Baraka, in Sud Kivu, da parte di uomini armati in uniforme. E il 4 aprile si è verificato un altro grave fatto che ha messo in pericolo l`integrità fisica degli operatori umanitari di MSF.
Un infermiere e un logista sono stati infatti rapiti nei dintorni di Nyanzale e sono stati rilasciati poche ore più tardi. La conseguenza è che Msf, una delle rare organizzazioni mediche presenti in Nord e Sud Kivu, ha sospeso le attività a Nyanzale, ha ridotto quelle a Rutshuru e ha ritirato la sua équipe presente nella zona di Butembo.
C`è un ulteriore effetto del peggioramento della situazione: per i civili, già molto vulnerabili, l`accesso alle cure mediche diventa sempre più difficile. Per Msf è impossibile garantire in Kivu tutta l`assistenza sanitaria che si vorrebbe fornire e i pazienti hanno paura di spostarsi per raggiungere i centri di salute.(TMNews)

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