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Non ti dimenticheremo Mike!


Se ne va uno dei volti più buoni della televisione italiana.
Una faccia familiare, uno zio che siamo abituati a vedere di tanto in tanto a pranzo.
Lo zio buono che ci racconta sempre le stesse barzellette, non fanno ridere mai, però si ride perché è lui, si ride perché ci fa piacere che sia contento.
Protagonista come conduttore persino in un film di Totò: perché era nato conduttore e già negli anni cinquanta in Italia era una celebrità, oscurava Andreotti e imbarazzava la Chiesa.
I suoi spettacoli erano la vera grande messa laica, attorno alla quale si riunivano famiglie o gruppi di famiglie, a seconda della disponibilità di un televisore.
I nostri genitori evocano con dolcezza quell'Italia buona, in cui si stava gremiti davanti a "Lascia o raddoppia ?", in cui ci si sedeva in casa delle persone più agiate come fosse un cinema: i più piccini davanti e dietro i grandi, le persone alte, affinché tutti vedessero e trascorressero un'ora spensierata.
Portava il testimone della gioia, ne era consapevole.
Era il telequiz;
padre di una generazione mai in grado di eguagliarlo, se non forse in Jerry Scotti da lui stesso proclamato quale suo erede.
La R.A.I. gli regalò la celebrità, poi Sua Emittenza per lanciare le Tv commerciali decise di puntare forte su Mike, sul cavallo vincente, sul fuoriclasse sicuro.
L'esperimento riuscì alla grande e da allora Mike divenne il simbolo della televisione italiana.
Ultimamente c'era rimasto male perché Piersilvio l'aveva scaricato e lui aveva una voglia matta di fargli un dispettuccio, lanciando un nuovo quiz su Sky, la rete nella quale avrebbe dovuto duettare con Fiorello, partner inopinato di una nuova stagione televisiva.
Lo zio sparisce così, all'improvviso, non ci viene voglia di inneggiare all'allegria da lui utilizzata come motto e resa di tutti.
Era un divulgatore di allegria, buona, democristiana, talvolta qualunquista, ma in un'Italia difficile aveva il merito di proclamare: "Allegria!"
Lascia tristi un pò tutti, anche quelli che dicevano che ormai fosse biscottato e non dovesse più occupare spazi in TV.
Lascia tristi e non è neanche facile dire il perché, forse perché gli eravamo affezionati, come ad uno zio buono.

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