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Adam Smith e Steve Jobs


Di Bruno Gerolimetto

Plus ça change plus c’est la même chose!

Nel 1776 Adam Smith, considerato da molti il fondatore della moderna economia di mercato, calcolò che per fare un chiodo di 4 cm fossero necessarie 18 operazioni eseguite da altrettanti operai nelle primitive fabbriche di quei tempi.
Alcuni operai erano sufficientemente abili da poter eseguire più di una delle 18 operazioni, per cui nella media gli addetti alla fabbricazione di chiodi erano 12.
Adam Smith calcolò che se la fabbricazione di un chiodo fosse stata affidata a un solo operaio, questi, per quanto abile avrebbe potuto fabbricare 1 chiodo al giorno lavorativo di 15/16 ore, mentre la divisione del lavoro tra 12 operai, più l’ausilio di qualche utensile, consentiva la fabbricazione di circa cinquemila chiodi al giorno.
Mutatis mutandis lo stesso ragionamento si poteva ripetere per la fabbricazione su ampia scala dei vari prodotti necessari per l’economia domestica e produttiva, da un pezzo di tessuto, ai badili, alle stoviglie, agli aratri etc.
Le primitive fabbriche dell’Inghilterra di quel tempo reclutavano gli operai tra le migliaia e migliaia di contadini che non riuscivano a sopravvivere e vagavano per le campagne e i borghi, spesso con non benevole intenzioni.
Le condizioni di lavoro erano dure, gli orari massacranti e i salari miseri.
Il mondo era agli albori della rivoluzione industriale.

Nel 2008 la Apple del mago Steve Jobs, supertecnologica e precorritrice dei tempi, ha prodotto 175 milioni di ipod, un apparecchio che per dimensioni può essere paragonato a un pacchetto di 10 chiodi di smithiana memoria.
La divisione del lavoro è qualcosa di ben diverso dai 12 abili operai che fabbricavano ognuno una parte del chiodo. L’ipod viene concepito nei lussuosi e ultra sofisticati ambienti di Cupertino nella Silicon Valley.
I relativi tracciati del software vengono prodotti a Hyderabad in India, l’assemblaggio avviene in Cina dove la Apple ha de localizzato, affidando la produzione ad alcune compagnie con sede a Taiwan ma operai nella terraferma. Il player che immagazzina la musica è composto di 450 parti il cui nucleo è prodotto dalla giapponese Toshiba, due microchips dalle americane Broadcom e Portalplayer, il chip della memoria proviene dalla coreana Samsung.
Si dice che la fornitura just in time di questa componentistica richiede una logistica molto sofisticata.
Ma veniamo…al ma, che ci riconduce ai tempi di Adam Smith: le fabbriche cinesi che assemblano questi 175 milioni di ipod, secondo una denuncia del settimanale britannico The mail on Sunday, sono riempite da giovani donne cinesi che lavorano 15/16 ore al giorno e vivono in dormitori comuni guadagnando meno di 50 dollari al mese (40 euro!).
Che differenza c’è tra loro e i fabbricanti di chiodi di Adam Smith?
Verrebbe da dire:“Plus ça change plus c’est la même chose!”

P.S.: Mr. Jobs ha promesso che cambierà! Vedremo

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