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Autunno caldo

Giornata autunnale a Roma, di quelle fatte così....(per parafrasare Vasco).
La primavera esita, l'inverno è stanco e, a sorpresa, ritorna l'autunno, ad aprile, a Roma.
Questa città dal sapore particolare....sempre sulla bocca di tutti, anche di chi agitava il cappio in Parlamento, di chi la definiva "ladrona".
Svegliandosi poi, nelle periferie di una pianura tutta uguale a se stessa, per leggere sui muri delle amate vie padane: "Ladroni a casa nostra".
Sensazioni strane, da italiano.
Cerco di rifugiarmi in Guccini, sperando che la sua musica mi aiuti a riflettere meglio.
Faccia pulizia, spazzi via queste foglie autunnali cadute in aprile.
Guccini ha dedicato una delle sue canzoni più belle a una stagione indelebile della storia, la "Primavera di Praga".
"Dimmi chi sono quegli uomini stanchi di chinar la testa e di tirare avanti



A proposito di Guccini, riporto qui di seguito una notizia davvero interessante. Presenterà a Prato il suo nuovo libro,"Dizionario delle cose perdute"....Da quel che si legge nel lancio di agenzia, "Guccini posa il suo sguardo sornione....". Ha quindi tutta la mia stima.
Sorny1


Francesco Guccini sara' al Polo Universitario ''Citta' di Prato'' (Piazza Ciardi 25, Prato) venerdi' 20 aprile alle 18 per presentare il suo ultimo libro ''Dizionario delle cose perdute'' (Mondadori). L' incontro e' organizzato dalla Casa della Cultura Enzo Biagi, associazione culturale pratese attiva dal 2007, e sara' moderato dal giornalista Cristian Iozzelli. Nel libro, che e' gia' in testa alle classifiche di vendita, Guccini posa il suo sguardo sornione su oggetti, situazioni, emozioni di un passato che e' di ciascuno di noi, ma che rischia di andare perduto. Lo fa con un poco di nostalgia, ma soprattutto con la poesia e l'ironia della sua prosa. ''C'era una volta...gia', cosa c'era una volta?'' - si legge nell'incipit del romanzo. Una volta, c'era la banana: non il frutto amato dai bambini, bensi' l'acconciatura arrotolata che proprio i bimbi subivano e detestavano ma che veniva considerata imprescindibile dai loro genitori. Una volta, per scrivere, non c'erano sms o e-mail, ma si doveva dichiarare guerra ai pennini e uscire da scuola imbrattati d'inchiostro da capo a piedi. Non si cambiava guardaroba a ogni stagione e i bambini andavano in giro con le braghe corte anche d'inverno e -per assurdo contrappasso - col costume di lana d'estate. E poi il lungo capitolo dedicato ai giochi: dalla fionda alla cerbottana, dai coperchini al Meccano, che pero' era appannaggio dei bambini ricchi. E come dimenticarsi di quando al cinema pioveva… Guccini ricostruisce come in un quadro un mondo povero, pervaso da un'umanita' diretta e spontanea. Un viaggio nella vita di ieri che si legge come un romanzo, per scoprire che l'archeologia vicina di noi stessi ci commuove, ci diverte, parla di come siamo diventati. (Adnkronos)

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