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Lavoro: Ocse, in Italia un giovane su due e' precario


(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 10 lug - Precari se lavorano, disoccupati di lungo corso se l'occupazione la perdono e tantissimi non sono ne' a scuola ne' al lavoro.

Sono i giovani italiani in base alle statistiche dell'Employment Outlook dell'Ocse pubblicato oggi.

La crisi ha colpito duramente il lavoro in Italia - sottolinea il rapporto - ma i costi della recessione non sono distribuiti in modo uniforme: sono stati soprattutto i giovani e i lavoratori non qualificati a perderlo. Il tasso di disoccupazione giovanile nel 2007 era del 21,6% contro il valore attuale del 36,2% e il saggio di disoccupazione di lungo periodo (oltre 12 mesi) e' passato da poco piu' dell'8% della forza lavoro giovanile al 15,8% (contro 3%-5% della media italiana).

L'incidenza della disoccupazione di lungo periodo sulla disoccupazione giovanile totale e' passata quindi dal circa 38% al 43,6%. Altro capitolo assai dolente e' quello dei ragazzi che non hanno un'occupazione e al tempo stesso non sono a scuola o in formazione ('not in employment, education or training'). Secondo i dati Ocse sono pari a circa il 20% della popolazione tra 15 e 24 anni, il terzo peggior dato tra i Paesi industrializzati, alle spalle di Turchia e Messico e il doppio rispetto agli altri big europei.

Molti i fattori che concorrono a spiegare perche' la crisi abbia colpito soprattutto i giovani in Italia.
Innanzitutto, i nuovi arrivati nel mercato del lavoro mancano di esperienza e questo e' ancora piu' penalizzante in un periodo di crisi dell'ampiezza di quella attuale. In secondo luogo, i giovani italiani sono spesso occupati con contratti atipici, in particolare contratti a termine e altre forme relativamente piu' precarie.
Dalle statistiche Ocse emerge che il 49,9% dei giovani italiani tra i 15 e 24 anni occupati hanno contratti temporanei, in aumento dal 46,7% del 2010 e dal 44,4% del 2009 (e dal 26,2% del 2000), contro una media Ocse nel 2011 del 25,3% e la media dell'11,8% del lavoratori italiani tra 25 e 54 anni. 
Questo spiega - conclude l'Ocse - perche' i giovani in Italia sono anche i primi a perdere il lavoro quando le condizioni economiche peggiorano. In generale, peraltro, il tasso di disoccupazione di lungo periodo della Penisola e' tra i piu' elevati dell'area Ocse, con un'incidenza media pari al 66,9% della disoccupazione totale tra 6 e 12 mesi e del 56,8% oltre i 12 mesi, in peggioramento rispetto al 64,6% e al 48,5% del 2010. Si tratta del quarto peggior dato tra i 34 Paesi Ocse (solo Irlanda, Estonia e Repubblica slovacca fanno peggio) contro una media dell'area del 48,4% e del 33,6% rispettivamente.

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