Si è concluso domenica scorsa il festival “Economia COME”, realizzato da Fondazione Musica per Roma e Camera di Commercio di Roma e promosso da Invitalia con la consulenza editoriale di Laterza Agorà.
Il festival ha rappresentato un pionieristico esperimento di kermesse su temi economici aperta al grande pubblico.
Sul modello del "Festival del giornalismo" di Perugia, per intenderci.
Molto bello l'allestimento dello spazio espositivo-informativo di Invitalia, con esempi concreti delle più recenti innovazioni sostenute dalla società.
Una circostanza tuttavia mi ha particolarmente colpito: considerate le dimensioni dell'evento, c'era pochissima gente. Ed era domenica, giorno clou del Festival. O sono stato molto sfortunato o si può fare molto di più dal punto di vista della divulgazione preparatoria e dell'informazione, non solo settoriale.
La fortuna mi ha invece assistito nel seguire il panel, dal titolo "Quale economia? Uno sguardo filosofico", condotto da Sebastiano Maffettone, noto professore di filosofia politica e tra i padri della "Business Ethics".
L'intervento del professor Maffettone è stato animato da un'ironia e da un invito alla curiosità che mi hanno meravigliato e coinvolto.
Il titolo del panel ha rappresentato un esplicito omaggio a Norberto Bobbio, a cui Maffettone dichiara di guardare costantemente, da filosofo politico che vede sempre l'etica sullo sfondo della politica.
La "Business Ethics" è nata in Italia, circa quaranta anni fa, come frutto della collaborazione tra Maffettone e l'economista Francesco Forte ed è tornata oggi di stringente attualità.
Da più parti sentiamo infatti parlare di "sostenibilità globale" come rapporto che riqualifica le relazioni tra gli individui in qualità di agenti morali, cittadini e consumatori.
Cos'è quindi l'etica pubblica? La moralità istituzionale, quel sentire (pensare e agire) che ricompatta gli individui e le istituzioni da un punto di vista etico.
Maffettone è partito da una ricostruzione storica dell'Italia negli anni '60-'70: periodo in cui il Paese non sapeva sempre come rapportarsi alla modernità, illudendosi addirittura di "superarla" con quel "vizio tutto italiano di superare ciò che non è stato mai raggiunto".
In quegli anni lui e Forte iniziarono a parlare di "Business Ethics", dando seguito ai primi articoli della University of Pensilvania sul tema. Grande fu ad esempio l'impatto in Italia della stakeholder analysis, che spiazza il concetto di impresa come macchina verticistica e "dà voce in capitolo" a tutti.
E Maffettone fa ancora tesoro di quegli impulsi, portando avanti oggi una teoria della sostenibilità vista come complemento della stakeholder analysis.
La ricostruzione del professore è arrivata sino a "Tangentopoli", quel momento della nostra storia in cui, per talune realtà imprenditoriali, il livello delle tangenti aveva superato il livello dei profitti. Una vera e propria crisi economica, oltre che morale. Periodo fertilissimo per suscitare il bisogno di un'etica nelle operazioni industriali.
Non è mai lavoro inutile sottolineare l'importanza dell'etica nel fare impresa, ha ricordato Maffettone, e Adriano Olivetti ne è stato un fulgido esempio praticando, senza saperlo, quella che sarebbe stata solo successivamente definita come Business Ethics.
Nella moderna concezione della CSR, il motto è: non solo profitto;
ecologia, efficienza, equità, queste "le tre 3 e" della responsabilità sociale d'impresa che hanno aperto a Maffettone la strada per proseguire con un'analisi di scenario.
Dapprima affrontando il tema delle imprese sociali, vale a dire quelle che hanno una mission direttamente sociale, come le imprese per l'emancipazione dei detenuti, in Italia spesso costituite in forma di cooperativa.
Poi il c.d. "social impact investing", l'investimento a impatto sociale, attraverso il quale si vogliono perseguire insieme obiettivi di investimento e sociali: si cercano dei fondi, si stabilisce uno scopo di interesse sociale e, come per tutte le imprese, se i numeri alla fine danno ragione, il "business" è riuscito.
È ormai un dato acclarato: le azioni di aziende sane che hanno interessi sociali vanno meglio della media.
È ormai un dato acclarato: le azioni di aziende sane che hanno interessi sociali vanno meglio della media.
Infine il progetto "Cooperative Commons", promosso da Manfettone come docente LUISS e riservato ai contributor dei social network; un'idea finalizzata anche al contrasto di quella che lui definisce "Mobocrazia" ovvero la diffusione di fake news sui social e, più in generale, via Internet.
All'esito di questo excursus, noi spettatori siamo rimasti positivamente disorientati e incuriositi.
Il professore è arrivato allora al gran finale: come conciliare etica ed economia?
Se il desiderabile equivale al desiderato, il risultato economico è la somma delle preferenze. Per la teoria del valore degli "eticisti" ci sono però cose più importanti di altre.
Manfettone propone allora la tesi dell'unità organica ("Teoria del valore unitario"): l'unità organica risiede in qualcosa che è di più della somma delle sue parti, della somma delle preferenze.
E la sostenibilità potrebbe stare sullo sfondo di questa teoria.
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