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Cyrano, in amore ci vuole naso. Una sera all'Institut Français - Centre Saint-Louis di Roma.

Giovedì 7 dicembre sono stato allINSTITUT FRANÇAIS - CENTRE SAINT-LOUIS di Roma per assistere a uno straordinario spettacolo di teatro filmato. 
Nell'ambito de "La Comédie Française al cinema", è stata proposta la rappresentazione del "Cyrano di Bergerac" di Rostand, per la regia di Denis Podalydès.
Lo spettacolo è stato rappresentato a Parigi nel luglio scorso ed è stato interamente filmato con un'eccellente qualità audio/video e diversi inserti del "dietro le quinte" che hanno impreziosito il racconto dell'opera.
Il prestigioso centro culturale francese si trova a due passi dal Senato della Repubblica, nel cuore della capitale, e ti accoglie subito con una biblioteca bella, vivace e ricca di testi della letteratura e del giornalismo francese.
Ma è al piano di sotto che si apre un mondo: un meraviglioso spazio espositivo conduce al teatro e alla confortevole sala cinematografica in cui si è tenuta la proiezione.
Il Cyrano è una commedia teatrale tardo-romantica salace, brillante e toccante che più volte ha ispirato rivisitazioni teatrali e trasposizioni cinematografiche.
È la rappresentazione dell'amore spavaldo ma esitante, presente ma nascosto, vivo ma rassegnato.
Il protagonista, spadaccino ineguagliabile e poeta vibrante, ricorda i celebri capitani di ventura medievali, ma ha un unico, evidente difetto fisico che lo caratterizza e lo rende inconfondibile. Un difetto di cui non si può parlare, se non a rischio di essere infilzati dalla veloce spada di Cyrano: il suo enorme e deforme naso.
Un naso "importante", come potrebbe dirsi oggi, che è protagonista del palco alla pari degli altri attori.

È forse proprio questo gran nasone, citando il Carlo Martello di De André, a rendere Cyrano esteticamente invisibile agli occhi della cugina Roxane, che lui ama più della vita.
Roxane è invaghita, quasi innamorata, del cadetto Christian, giovane di bell'aspetto, ma di scarsa favella.
Cyrano, comprendendo ciò, si risolve a un disperato e appassionato esercizio di masochismo: suggerire a Christian cosa scrivere e cosa dire a Roxane per farla capitolare ai suoi piedi.
Ed è in questi passaggi che la regia di Podalydés riesce a far emergere l'anima del protagonista, interpretato da un monumentale Michel Vuillermoz: guascone, sornione, furbo e ingenuo, straziato d'amore, ma consapevole di non potersi dichiarare, troppo impaurito dall'idea di fallire, dal rifiuto.
La rappresentazione ha ricevuto ben 6 premi Moliere, altissimo riconoscimento del teatro francese. 
Strameritati: i costumi e le scenografie catturano lo spettatore, quasi ficcandolo di forza in un contesto caotico e variopinto che mira a un piacevole stordimento. La confusione è cercata e trovata, ma spesso interrotta da momenti di assoluta, essenziale chiarezza. Come la scena in cui Cyrano finge di essere Christian e, sotto il balcone di Roxane, improvvisa una dichiarazione d'amore barocca e straripante che fa sentire la fanciulla "al settimo cielo". O come nella scena conclusiva, quella in cui Cyrano, scoperto, si dichiara e poi subito...Non voglio aggiungere altro, non rovinerei mai il finale.
Uno spettacolo di tre ore e cinque minuti che va via come una sbornia presa a Montmartre, un bicchiere dopo l'altro, fino a impazzire, di gioia o di tristezza, ma comunque d'amore.
Ah, dimenticavo una piacevole nota di ospitalità: tra primo e secondo atto l'Istituto ha offerto agli spettatori vino e formaggi francesi. Merveilleux. 

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