E’ passata una settimana. E’ successo una settimana fa. Di giovedì, una delle prime mattinate calde dopo quest’inverno rigidissimo. Suona il telefono, è papà. “Antò, zia Paolina….” Quel secondo, è bastato solo quel secondo per farmi comprendere tutto. Non sono servite molte frasi di circostanza, non ricordo bene neanche se la parola “morte” sia stata mai pronunciata. La tua eternità si era spezzata. Sì, perché nella mia mente, e in quella di molti altri (come ho scoperto nel corso dei tuoi funerali), eri eterna. Eternamente accompagnata da dolori, spesso insopportabili, ma eterna. Presente, soprattutto nella casa di Satriano che ti ospitava come un corpo fa con l’anima. Adesso la casa è un corpo vuoto, manca l’anima, mancano i rimproveri, le chiacchiere, le tue affermazioni forti e spesso scomode…. Non ti ho mai sentito dire una frase per far piacere agli altri, dicevi sempre ciò che pensavi… Il pregio della franchezza è qualcosa che si colloca fuori dal tempo in un mondo che...